Parlare di sessualità significa parlare di corporeità, di conoscenza del proprio corpo e di quello dell’altro. Quando si tratta di entrare in contatto con il nostro corpo possono esserci delle difficoltà o resistenze nell’andare ad esplorare concretamente, toccando con mano, le nostre parti più intime. Questo può accadere per i motivi più diversi, dal tipo di educazione ricevuta all’idea che certe zone siano “intoccabili”.
Perché quindi ancora oggi molte persone si rifiutano di conoscere più a fondo parti di sé?
In particolare, rispetto alla zona anale, quando si prova a considerarla come fonte di piacere sessuale, non tutt* riescono a lasciarsi andare.
Grazie a letture interessanti di testi che affrontano chiaramente ed apertamente tutto ciò che riguarda l’analità dal punto di vista sessuale (di cui trovate tutti i riferimenti in bibliografia), vediamo quali sono alcune delle motivazioni che spingono ad essere riluttanti verso una considerazione positiva e piacevole del sesso anale e delle pratiche ad esso associate.
Miti e tabù sul sesso anale
Sono diversi i miti e i tabù intorno alla sesso anale. Quello più frequente legato agli uomini è che se un uomo vuole sperimentare o gradisce essere stimolato nella zona anale allora deve essere per forza gay o con tendenze all’omosessualità/bisessualitào addirittura che è debole e segretamente vorrebbe essere una donna.
Questo tipo di affermazioni sono il frutto di una cultura impregnata di eterosessismo e omofobia poiché si tende a leggere la realtà attraverso la lente degli stereotipi di genere, che descrivono tendenzialmente un “uomo che non deve chiedere mai”, forte, attivo sessualmente, che non piange, ed una donna che sia al servizio dell’uomo, quindi dedita alla casa e a* figl*, dolce, ricettiva sessualmente. Entrambi in uno schema che non contempla una sessualità di tipo non eterosessuale. Come in un acquario, le persone sono completamente immerse in questo sistema orientato ad una sola tipologia di relazioni e questo sin da quando si viene alla luce e si viene etichettat* in un certo modo a seconda del famoso fiocco rosa o azzurro. A tal proposito è importante cercare di uscire da tali dicotomie, da quel binarismo che ci vuole tutt* sottomess* al determinismo biologico per cui se nasci con un certo corpo sei maschio, uomo, eterosessuale, con precise caratteristiche personologiche a cui devi adattarti.
Rispetto al mito secondo cui il sesso anale è innaturale o immorale c’è da dire che sono concetti che variano da cultura a cultura, ma anche all’interno di una stessa cultura. Basti pensare che un tempo anche la masturbazione o il sesso orale erano considerati immorali, così come il sesso al di fuori del matrimonio o l’erotismo omosessuale di ogni tipo. Come afferma Brent “cercare di controllare o frenare l’espressione sessuale è ciò che è davvero innaturale. Un approccio più sano consiste nell’accettare i propri impulsi sessuali come parte integrante, creativa e consapevole di un’esistenza”.
Altro mito è pensare che l’ano non possa avere altre funzioni al di fuori delle attività di evacuazione, quindi non è possibile erotizzarlo. Questo pensiero è un derivato dell’idea che l’unica penetrazione accettabile sia quella del pene nella vagina. In realtà è possibile imparare a rilassare il proprio ano per accogliere un dito, un pene o un giocattolo sessuale. L’ano e il retto sono capaci di un eccezionale grado di espansione e rilassamento. La maggior parte delle persone inizialmente pensa che un sesso anale piacevole sia una questione di “controllo” del processo, mentre si tratta più di imparare a lasciarsi andare. La regione anale è ricca di terminazioni nervose; inoltre la regione perineale (l’area tra la vagina e ano nelle donne e tra scroto e ano negli uomini) può procurare un suo piacere se stimolata durante il sesso anale. Come i genitali, l’ano si congestiona per l’afflusso di sangue durante il sesso e si contrae con l’orgasmo. Alcune persone imparano a controllare queste contrazioni per prolungare l’orgasmo e aumentarne l’intensità.
Bisogna considerare che il nostro corpo è una fonte continua di scoperta e che il piacere, e ancora di più la sessualità, non possono legarsi ad un’unica modalità espressiva uguale per tutte e per tutti. Rispetto al mito sopra citato diciamo che innanzitutto dal momento che abbiamo una visione del sesso incentrata sul rapporto sessuale, si pensa che l’unico sesso “reale” nella nostra cultura è il rapporto sessuale e poiché l’unico rapporto sessuale possibile tra due uomini è quello anale, allora, secondo l’idea “solo gli uomini gay lo fanno”, il rapporto anale deve essere la versione gay del rapporto vaginale tra eterosessuali (Brent, 2019). In realtà ci sono moltissimi uomini gay che non praticano sesso anale e al contrario moltissime persone etero che lo praticano. Contrariamente allo stereotipo inoltre, il sesso anale è popolare anche tra le persone lesbiche. Uno studio recente su donne lesbiche e bisessuali ha rilevato che il 50% ha riferito di avere avuto rapporti anali con donne durante l’anno precedente.
È importante chiarire che se un uomo chiede alla propria partner di stimolargli l’ano con dita, sex toy o lingua, non significa necessariamente che sia omosessuale, ma semplicemente che ha scoperto un nuovo modo per procurarsi piacere e vuole condividerlo con quella persona. Credere addirittura che un uomo voglia segretamente essere donna perché gli piace la stimolazione anale è un chiaro tabù basato sulla convinzione stereotipizzata che la ricettività sessuale sia esclusivamente femminile.
Il mito secondo cui il sesso anale è sporco, complicato, dannoso e pericoloso ovviamente è un pensiero che proviene dal fatto che l’intestino è l’organo di espulsione delle feci. Una igiene adeguata può benissimo risolvere il problema, oltre all’uso del preservativo. Inoltre pensare che sia pericoloso richiama il timore che praticando sesso anale ricettivo, si finisca per perdere elasticità nell’ano e si arrivi ad incontinenza e quindi all’uso di pannoloni. In realtà, rilassare lo sfintere e il tessuto del retto in modo sicuro nel tempo tende a rafforzare i muscoli associati al sesso anale, come testimoniano le persone che praticano fisting (pratica sessuale che consiste nell’inserimento di un’intera mano, a volte anche del braccio, nel retto) e l’utilizzo di giocattoli sessuali di grandi dimensioni. Quello che conta nel caso in cui si volesse provare ad avvicinarsi a questo tipo di esperienza è sicuramente non cercare di inserire qualcosa di eccessivo troppo velocemente. Se si avverte dolore, smettere immediatamente. Impariamo anche ad ascoltare le richieste che il nostro corpo ci fa attraverso il feedback del dolore. Inoltre è opportuno non inserire oggetti estranei, in particolare tutto ciò che si può rompere, con bordo tagliente o a punta. É pericoloso inserire anche tutto ciò che non ha una estremità (base allargata) o un cordino che possa quindi facilitarne l’estrazione, perché altrimenti c’è il rischio che l’oggetto possa essere risucchiato nella cavità anale rendendone difficile la rimozione.
Si pensa inoltre che praticare sesso anale sia il modo più semplice per contrarre l’AIDS.
Certamente i virus possono essere trasmessi attraverso il tessuto anorettale. Il rapporto anale non protetto con una persona sieropositiva è un’attività ad alto rischio. Tuttavia se praticato con consapevolezza, protezione e comunicazione, il sesso anale è da considerarsi un’attività a basso rischio. Quello che conta è praticarlo con protezione usando preservativi per prevenire la trasmissione sia dell’HIV che delle altre malattie sessualmente trasmissibili (MST).
Riguardo l’esplorazione di aree diverse dagli organi genitali, soprattutto per gli uomini, vi è la tendenza a sottovalutare l’importanza di zone altrettanto eccitanti. A tal proposito Quattrini, nel suo libro Il piacere maschile afferma che riconoscere e soprattutto imparare a sfruttare [queste altre zone], può permettere di attivare e/o prolungare le sensazioni di piacere. Spesso alcuni uomini pongono delle resistenze quando viene suggerita una stimolazione dell’area perineale, sottoscrotale e/o anale perché convinti di rischiare di perdere la virilità.
È importante imparare a lasciarsi andare nel vivere una sessualità più libera esplorando parti di sé poco considerate e che se stimolate, come nel massaggio prostatico, nella stimolazione orale dell’area perineale, scrotale e anale o con l’uso di sex toy vibranti, possano far vivere una nuova esperienza masturbatoria da soli o in compagnia.
Il pensiero rivoluzionario e complesso del filosofo Paul B. Preciado può regalarci una lettura molto interessante sull’analità che necessita di ulteriori approfondimenti e di cui citiamo un breve estratto, dal suo saggio Terrore anale:
L’ano non ha sesso, né genere, sfugge alla retorica della differenza sessuale come la mano. Situato nella parte posteriore e inferiore del corpo, l’ano cancella anche le differenze personalizzanti e privatizzanti del volto. L’ano sfida la logica dell’identificazione maschile e femminile. Non c’è divisione in due del mondo. L’ano è un organo post-identitario: “Un uso sociale dell’ano, che non fosse sublimato, dovrebbe correre il rischio della perdita dell’identità.” Rifiutando la differenza sessuale e la logica antropomorfica del volto e dei genitali, l’ano (e il suo estremo, la bocca) pone le basi per un’uguaglianza sessuale inalienabile: qualsiasi corpo (umano o animale) è innanzitutto e soprattutto ano. Né pene, né vagina, bensì tubo orale-anale. All’orizzonte della democrazia sessuale post-umana c’è l’ano, come cavità orgasmica e muscolo recettore non-riproduttivo, condiviso da tutti.
Dott. Davide Silvestri
Riferimenti bibliografici e ulteriori approfondimenti:
- Brent B., Guida al piacere anale per lui, Odoya, 2019
- Preciado P. B., Manifesto controsessuale, Fandango, 2019
- Preciado P. B., Terrore anale, Fandango, 2018
- Quattrini F., Il piacere maschile, Giunti, 2017
- Taormino T., Guida al piacere anale per lei, Odoya, 2017