Nel variegato mondo della sessualità, delle identità e più in generale delle emozioni, cercare di identificare e circoscrivere un determinato sentire è sempre stato un bisogno delle persone. L’orientamento sessuale si definisce come quell’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale che una persona prova nei confronti di un’altra persona. È doveroso però parlare di orientamenti sessuali poiché esistono diverse direzioni verso cui questa attrazione può dirigersi: verso una persona dello stesso sesso (omosessualità), verso una persona del sesso opposto (eterosessualità) o verso entrambi (bisessualità). Già Alfred Kinsey, negli anni Cinquanta studiò i comportamenti sessuali dell’uomo e della donna arrivando a stilare il famoso Rapporto Kinsey nel quale l’orientamento sessuale si distribuiva su un continuum che includesse ad un estremo la categoria “completamente eterosessuale”, all’altro “completamente omosessuale” passando per la “bisessualità” collocata nel centro.
E l’asessualità dove si colloca? Che cosa vuol dire essere asessuali?
Molto semplicemente essere asessuali significa non provare attrazione sessuale per nessuno. Alcuni potranno pensare che dietro questa etichetta si nascondano le cause più disparate: da motivazioni religiose a cause organiche non risolte, ma non è così. La comunità delle persone asessuali ottiene inizialmente visibilità sul web dove nel 2001 David Jay fondò l’Aven: Asexuality Visibility and Education Network, un sito americano in cui facilitare lo scambio e il confronto tra persone asessuali e grazie al quale la comunità asessuale ha iniziato ad ottenere maggiore attenzione e riconoscimento. In Italia quattro anni dopo nasce l’Aven ITALIA, una delle associazioni presenti sul territorio italiano che rappresenta la community asessuale e conta ad oggi più di 2600 utenti.
Parlare di asessualità ci impone di considerare un aspetto fondamentale che può aiutare a comprendere meglio il vissuto di queste persone: l’attrazione romantica. È importante considerare che l’asessualità non corrisponde ad una forma di astensione sessuale (quindi un comportamento che può avere retroterra culturali o religiosi) ma può essere definita un orientamento e, a differenza di un comportamento, si distingue per la persistenza e la reiterazione inscrivendosi in un contesto di assenza di desiderio sebbene, in alcune occasioni, anche una persona asessuale può avere rapporti sessuali, anche se non ne sente il bisogno.
Orientarsi all’interno della comunità asessuale ci permette di distinguere ancora una volta le sfumature che il mondo della sessualità offre: esistono infatti diverse categorie di asessuali distinte in base alla presenza/assenza di libido o di attrazione romantica. Vi sono asessuali che provano desiderio ma non vogliono arrivare a compiere rapporti sessuali; vi sono asessuali che sfogano la propria libido attraverso la masturbazione, il contatto fisico (senza rapporto sessuale completo) o entrambi. Vi sono quelli che provano attrazione romantica, desiderano quindi avere relazioni romantiche e possono anche sposarsi ma non includono l’attività sessuale nella relazione. In questi casi, qualora una persona asessuale instauri una relazione con una persona che è non-asessuale possono innescarsi delle crisi di coppia e rendere difficile una relazione a lungo termine. Spesso accade che la persona asessuale pur di non perdere il proprio partner conceda a quest’ultimo di avere rapporti sessuali con altre persone. È proprio l’assoluta mancanza di interesse per il sesso che può essere fonte di disagio per il partner. Per questo motivo sarebbe infatti auspicabile che la persona asessuale trovi un partner anch’esso asessuale. Per dare una idea di come si possano costruire relazioni diverse basate sull’assenza di attrazione per il sesso, queste sono alcune delle categorie che è possibile incontrare all’interno della comunità asessuale:
Romantici: asessuali che provano desiderio di avere relazioni romantiche ma senza l’aspetto sessuale. Esistono omo-romantici, bi-romantici, etero-romantici e pan-romantici.
Demisessuali: persone che non provano attrazione sessuale a meno che non si sia stabilito un forte legame emozionale in precedenza.
Gray-A: la sessualità non è bianca o nera e di conseguenza esistono le persone “grigie”. La comunità asessuale accoglie quindi anche persone in cui il desiderio di avere relazioni sessuali non è inesistente ma è sufficientemente basso da poterli far identificare con altri membri della comunità.
Può accadere che troppe categorie o etichette conducano le persone a chiudersi in sottogruppi a discapito dell’integrazione ma a volte imparare a dare un nome a quello che sentiamo, a nominare e quindi a dare voce alle nostre emozioni favorisce quel processo di rispecchiamento e identificazione necessario alla formazione di ogni singola individualità. Nell’acronimo che comprende le sfumature delle identità e degli orientamenti LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali) anche la A di asessualità ha trovato il suo spazio andando a confluire nella grande famiglia delle cosiddette “minoranze sessuali”.
Dott. Davide Silvestri